SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

L'isola di Lesbo è la terza isola greca e la seconda del Mar Egeo.
E' famosa per avere dato i natali alla poetessa Saffo e per il suo Ouzo, liquore di anice che qui è particolarmente aromatizzato.
Lesbo ha uno sviluppo costiero di 350 Km e, come tutte le isole del Mare Egeo in agosto, è caratterizzata dalla presenza quasi costante del Meltemi, il vento da NNW che mantiene "accettabile" la temperatura della secca estate isolana.
La probabilità del 27% che soffi con forza uguale o superiore a 4 Beaufort, unita alla bellezza dei paesaggi costieri, ne fanno un'ottima meta per un breve viaggio estivo.
Sarà, ancora una volta, un divertente viaggio con un compagno invisibile...
Tatiana e Mauro

martedì 19 agosto 2014

Charamida - Mitilini (17 Km)

Notte insonne.
Pensavamo di aver scelto un buon posto per la tenda, riparato dal Meltemi e ben ombreggiato, sul grande spiazzo del chiosco sul mare di un albergo chiuso da tempo.
Invece il vento penetra il triplo strato di protezione offerto dai platani alti, che così sbatacchiati riproducono il rumore della mareggiata, dalle tamerici più basse, che si contorcono ad ogni folata, e dalla vite attorcigliata sul pergolato, che fa pendere sulle nostre teste grappoli ambrati che nessuno assaggerà più... il Meltemi soffia tutta la notte, non smette mai di far turbinare foglie secche intorno alla tenda e si insinua persino sotto il telo per farmi il solletico ai gomiti!
Abbiam fatto due conti: in 15 notti sull'isola, 7 le abbiamo trascorse su cemento, asfalto o brecciolino, 4 su sterrati e 4 su spiagge, di cui solo 2 di sabbia... un viaggio per aspiranti fachiri sarebbe stato più comodo!
Partiamo tardi, ovviamente.
Un po' per riprenderci dalle fatiche e un po' per allontanare la fine del viaggio.
Che comunque non è ancora finito: i chilometri che ci separano dalla meta finale, benché non molti, sono tutti controvento: il Meltemi soffia a 25 nodi e dobbiamo cavalcare i primi cavalli bianchi appena raggiungiamo il faro dell'estremità meridionale della penisola. Che almeno è un faro vero e visibile dal mare.
A metà del percorso ci fermiamo per il pranzo, in un porticciolo maleodorante per il fondale fangoso. Ma così riusciamo ad evitare le corse di quei "folli che sciano sul mare", come dice Mauro: viste le raffiche sempre più decise, infatti, una dozzina di kite-surfer sfreccia avanti e indietro inseguendo il vento.
Per un momento, uno soltanto, pensiamo di fare l'auto stop per raggiungere Mitilini e per evitare così di sudare sette camice per risalire il vento... Ma chiudere il periplo dell'isola sbarcando dopo giorni nello stesso punto del primo imbarco è sempre una bella emozione e non vogliamo rinunciarci per qualche raffica contraria.
Per un po', andiamo a ricaricare le batterie in un baretto sulla spiaggia. Ma ci ritroviamo a guardare il mare da dietro una doppia fila di ombrelloni, mentre nell'aria si diffonde musica sudamericana... restiamo giusto il tempo necessario per scolare un ottimo caffè frappè e poi scappiamo ai kayak. Siamo impazienti di riprendere la battaglia contro il Meltemi. Che non ce la da vinta.
Avanziamo lenti e con fatica, ad una decorosa velocità media di 1 nodo: è già duro pagaiare controvento in un giorno qualsiasi, oggi che è l'ultimo è due volte più difficile. Ci ricorda Creta, dove la fine sembrava irraggiungibile per via del Meltemi, contrario fino all'ultimo metro...
Ma per fortuna che c'è il Meltemi, qui a Lesbo, a distrarci dalla monotonia del litorale: la fila chilometrica di tamerici strette tra la strada ed il mare è interrotta solo dalla torre di controllo dell'aeroporto.
Superato un ultimo porticciolo, come gli altri pieno quasi solo di piccoli pescherecci, si intravede la nostra destinazione...
Tutte le spiagge dell'isola, anche quelle libere, sono sempre dotate di doccia e spogliatoio: la 'nostra' ha solo il secondo, della prima neanche l'ombra. Torniamo indietro un paio di chilometri all'ultima doccia incontrata. Tutte le docce dell'isola sono bollenti perché i tubi corrono sul terreno e si arroventano al sole: la 'nostra' è ghiacciata!
Recuperiamo l'auto dal parcheggio dell'albergo in cui l'avevamo lasciata due settimane fa, salutiamo il gestore, torniamo ai kayak, li vuotiamo e leghiamo sul tetto e guidiamo (attività sufficiente per stressare entrambi!) fino alla taverna dei calamari giganti di Achladeri, nel Golfo di Kalloni... ci eravamo passati giorni fa e coprire la stessa distanza in un'oretta ci crea un certo disorientamento spazio temporale... ma... il viaggio è anche questo.

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