Il sole ci lessa in tenda prima del solito, alle sette del mattino.
Il giaciglio di cemento è stato particolarmente scomodo, considerando il fatto che siamo arrivati a gonfiare i materassini anche per tre volte durante la notte... dovremo deciderci a sostuirne almeno uno con quello di scorta che altrimenti abbiamo stivato inutilmente. Tireremo a sorte.
Consumiamo la colazione nel porticato della chiesetta, sempre in ombra, e dopo due ore di preparativi e altre due ore di pagaiate controvento, facciamo una meritata sosta vicino alla doccia della spiaggia libera di Skala Kallonis. Valeva la pena di spingerci fin lì: il caffè frappè è il più buono dell'isola.
Ma non troviamo molti altri motivi, fatta eccezione per la montagna di sale alle porte del paese.
La tappa di oggi è di mero trasferimento, non c'è quasi nulla di interessante lungo la costa ed il campo per la notte sembra non arrivare mai. L'acqua è calda come il brodo e verde come il minestrone, con i fili di pisidonia a galleggiare ovunque sulla superficie... se non fosse per il caldo africano, potremmo pensare di essere sulla riviera adriatica.
Ma anche la giornata più noiosa può finire in gloria: stavolta sbarchiamo non già a tre chilometri ma ad appena trenta metri dalla taaaaaaavernaaaaaaa!
Calamari giganti ci conciliano il sonno...
Cari Mauro e Tatiana,
RispondiEliminasto seguendo giorno per giorno i vostri racconti e guardando le vostre foto. Tutto stupendo, complimenti per tutto. Godetevela ... . Non vedo l'ora di incontrarvi di nuovo ... .
Un abbraccio.
Daniele