L'aurora accende il giorno in technicolor ma mi sveglio con il labbro superiore gonfio come il becco di un tucano. Mauro mi consola: "È venuto gratis, meglio così che buttare soldi in chirurgia estetica!"
L'imbarco è laborioso, non tanto per il mezzo metro d'onda frangente quanto per il mezzo chilo di posidonia rovesciato sui ponti a coprire persino i pannelli solari.
La costa è molto bella, con scogliere verticali di roccia lavica di un intenso color ruggine, forate in ogni dove come tante casette uguali, alte e strette e con tutte le finestrelle aperte sul mare... sotto uno dei portoni più grandi recupero un materassino nuovo di zecca e lo traino fino alla spiaggia più vicina: 2 chilometri con quel mamozzio legato a poppa mi spappolano più di 20 chilometri controvento!
Nella cala successiva mi limito a tirare in barca un pallone gonfiabile a spicchi colorati che regalo subito all'orda di bambini vocianti dell'unico gommone ancorato in rada...
Ogni volta che mi cimento in queste operazioni di pulizia del mare, perdo Mauro. È sempre stato veloce, ma sul Voyager è diventato imprendibile. Negli anni avevo imparato a tenere la sua andatura, studiando ritmo e frequenza dei colpi della sua pagaiata inimitabile... Adesso dovrò inventarmi qualche altro stratagemma, oppure aspettare con pazienza il 'mio' nuovo Voyager!
Lo trovo ad attendermi sotto la taverna affacciata sul mare. Restiamo a lungo in questo paesino dal nome bellissimo: Aspropotamos.
Le percorrenze medie di questi primi giorni di viaggio sono compromesse dalle "condizioni proibitive" della terra ferma, non certo del mare: pur essendo questo tratto dell'isola quasi completamente disabitato, ogni casetta dalle imposte azzurre ospita una kantina, una taverna o un kafenio!
Impossibile resistere alla tentazione, anche a scapito del programma... in fondo, è o non è la nostra vacanza?
Verso il tardo pomeriggio riprendiamo a pagaiare lungo una costa bassa, coperta di pascoli, campi incolti ed ulivi (pare che Lesbo vanti ben 13 milioni di piante di pregiatissime olive!): poco al largo si staglia il profilo invitante di una manciata di isole, dove sarebbe forse perfetto montare il campo ma che sulla carta sono tutte contornate di una spessa linea verde accompagnata da una scritta curiosa: "Natura Spa"...
Troviamo invece un ottimo attracco nell'idilliaco villaggio di pescatori di Palios, dove ci accolgono festanti tre cani, una schiera di gatti, due caproni, un intero pollaio di galline e due galli. La loro padrona Katerina ci offre acqua, gazzosa e birra, tutto ghiacciato, e ci indica dove piazzare la tenda senza intralciare il lavoro dei pochi ma operosi abitanti, che ci salutano tutti con un familiare 'Yasas'!
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L'isola di Lesbo è la terza isola greca e la seconda del Mar Egeo.
E' famosa per avere dato i natali alla poetessa Saffo e per il suo Ouzo, liquore di anice che qui è particolarmente aromatizzato.
Lesbo ha uno sviluppo costiero di 350 Km e, come tutte le isole del Mare Egeo in agosto, è caratterizzata dalla presenza quasi costante del Meltemi, il vento da NNW che mantiene "accettabile" la temperatura della secca estate isolana.
La probabilità del 27% che soffi con forza uguale o superiore a 4 Beaufort, unita alla bellezza dei paesaggi costieri, ne fanno un'ottima meta per un breve viaggio estivo.
Sarà, ancora una volta, un divertente viaggio con un compagno invisibile...
Tatiana e Mauro
venerdì 8 agosto 2014
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