Il sole penetra nella tenda e la infuoca in pochi istanti.
sotto il pergolato ed imbandiamo la prima colazione su un vecchio banco di scuola. Nel frattempo getta l'ancora in rada un tre alberi battente bandiera turca, occupato da una ventina di tedeschi, tutti seduti a poppa in attesa di chissà cosa... Lungo le scogliere di pietra lavica tutto intorno al capo contiamo i resti di un numero preoccupante di gommoni e barchette in legno. Avvistiamo anche, incastrata tra gli scogli affioranti, la carcassa di uno straordinario esemplare di Caretta caretta, grande come non ne abbiamo ma visti prima e molto vecchio, forse, a giudicare dai denti di cane incastonati ovunque sul carapace. Le piccole insenature sono occupate da alberghetti discreti, circondati da giardini ombrosi, e nei pressi di un anonimo stabilimento balneare incrociamo una coppia, sempre di tedeschi, che pagaia in maniera scoordinata su un sit-on-top verde. Una serie di piscine naturali scavate dal mare nella roccia lavica ci invita ad una sosta per il pranzo, che si dilata oltre misura quando nell'angolino di una spiaggia ciottolosa trovo decine di spugne tubolari!
Sembrava una giornata senza vento ma la brezza da nord ci raggiunge nel tardo pomeriggio. Ci facciamo facilmente tentare da una birra nella taverna accanto al porto di Skala Neon Kidonion, e poi, vista l'ora, anche da tzatziki, insalata greca e calamari alla brace... ma i gestori sono di un'antipatia fuori del comune e ci inducono a riprendere il mare per un'altra mezz'ora prima del tramonto.
Finiamo a fare bivacco sotto le tamerici, sulle scomode sdraio di tela blu della vicina spiaggia attrezzata, ma almeno ci godiamo lo spettacolo delle lucine colorate della costa turca, distante poche miglia dall'isola, tanto che ci arrivano gli echi sommessi dell'animazione turistica di qualche villaggio mediorientale.
Mauro mi culla con una filastrocca speciale: la semplice linea arcuata della coperta del Voyager, sussurra quasi tra sé, assolve molto bene al suo compito, sia perché scarica facilmente l'acqua ma soprattutto perché, anche quando è bagnata, non genera mai fastidiosi riflessi...
SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION
L'isola di Lesbo è la terza isola greca e la seconda del Mar Egeo.
E' famosa per avere dato i natali alla poetessa Saffo e per il suo Ouzo, liquore di anice che qui è particolarmente aromatizzato.
Lesbo ha uno sviluppo costiero di 350 Km e, come tutte le isole del Mare Egeo in agosto, è caratterizzata dalla presenza quasi costante del Meltemi, il vento da NNW che mantiene "accettabile" la temperatura della secca estate isolana.
La probabilità del 27% che soffi con forza uguale o superiore a 4 Beaufort, unita alla bellezza dei paesaggi costieri, ne fanno un'ottima meta per un breve viaggio estivo.
Sarà, ancora una volta, un divertente viaggio con un compagno invisibile...
Tatiana e Mauro
mercoledì 6 agosto 2014
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