Sono sei anni che veniamo in vacanza in Grecia e non abbiamo mai visitato l'Acropoli di Atene. Questa volta sembra essere quella giusta, complice un giorno e mezzo di sosta forzata nell'Ellade in attesa del secondo traghetto per ritornare nella madre patria...
Sbarchiamo talmente presto nel porto del Pireo che è ancora notte, e dobbiamo fare un doppia colazione al bar per attendere l'apertura dei cancelli dell'Acropoli.
Siamo tra i primi visitatori, ma non certo gli unici... e tra le rovine dei vari templi greci Mauro da' presto segni di insofferenza: troppo caldo, troppa luce, troppe scale, troppe gru, troppi sorveglianti, ma soprattutto... troppa gente! Eppoi, l'entusiasmo scema subito dopo aver varcato le porte ciclopiche, perché la ricostruzione spesso approssimativa di colonnati e frontoni ci ricorda quella inutilmente scenografica del Palazzo di Cnosso a Creta e ci induce a tornare in tutta fretta al bar.
La visita del moderno Museo dell'Acropoli, invece, è molto più interessante ed emozionante, anche se Mauro non regge lo sforzo e rimane ancorato al bar... il biglietto d'ingresso costa meno della metà ma vale tanto di più dell'ascesa all'Acropoli, perché la scelta creativa dei materiali (vetro, acciaio e marmo) unita all'attenta disposizione degli spazi espositivi (grandi sale piene di statue e di luce) mi lascia spesso a bocca aperta... quando raggiungo il piano dedicato alle Cariatidi (quelle originali! e restaurate ad arte!) mi vien voglia di traslocare sui divanetti dell'attigua reading room!
Passo più tempo del previsto nel Museo, e Mauro beve più birre del previsto: nel lasciare Atene adotta uno stile di guida alla greca che mi stordisce.
Per farsi perdonare, accetta di trascorrere l'intero pomeriggio nello spettacolare anfiteatro di Epidauro, nel Peloponneso, dove prima o poi dovremo pur venire a pagaiare. È una terra bellissima, circondata da un mare ancor più bello... ma nel salire le prime gradinate delle oltre cinquanta dell'antico teatro greco, che ha conservato intatto tutto il suo straordinario fascino ancestrale, accentuato da un innegabile potere magnetico, Mauro esclama esausto: "Molto meglio pagaiare controvento... che lottare contro quest'orda di umani assatanati di storia antica!"
Così finisce la poesia di una giornata di vacanza pseudo-culturale.
Dopo un pranzo con suvlaki ed una cena con gelato, ci rifugiamo in riva al mare per un'ultima notte in tenda (dopo quella tremenda sul traghetto Mitilini - Atene ed in attesa di un'altra ultimissima notte in traversata da Patrasso ad Ancona...)
Ci sono i kayak, ma riposano sul tetto dell'auto: il sapore del viaggio è talmente diverso che non ci viene neanche voglia di fare un bagno sotto le stelle, né di rinfrescarci ancora una volta i piedi nell'acqua salata del Mar Egeo...
SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION
L'isola di Lesbo è la terza isola greca e la seconda del Mar Egeo.
E' famosa per avere dato i natali alla poetessa Saffo e per il suo Ouzo, liquore di anice che qui è particolarmente aromatizzato.
Lesbo ha uno sviluppo costiero di 350 Km e, come tutte le isole del Mare Egeo in agosto, è caratterizzata dalla presenza quasi costante del Meltemi, il vento da NNW che mantiene "accettabile" la temperatura della secca estate isolana.
La probabilità del 27% che soffi con forza uguale o superiore a 4 Beaufort, unita alla bellezza dei paesaggi costieri, ne fanno un'ottima meta per un breve viaggio estivo.
Sarà, ancora una volta, un divertente viaggio con un compagno invisibile...
Tatiana e Mauro
venerdì 22 agosto 2014
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