SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

L'isola di Lesbo è la terza isola greca e la seconda del Mar Egeo.
E' famosa per avere dato i natali alla poetessa Saffo e per il suo Ouzo, liquore di anice che qui è particolarmente aromatizzato.
Lesbo ha uno sviluppo costiero di 350 Km e, come tutte le isole del Mare Egeo in agosto, è caratterizzata dalla presenza quasi costante del Meltemi, il vento da NNW che mantiene "accettabile" la temperatura della secca estate isolana.
La probabilità del 27% che soffi con forza uguale o superiore a 4 Beaufort, unita alla bellezza dei paesaggi costieri, ne fanno un'ottima meta per un breve viaggio estivo.
Sarà, ancora una volta, un divertente viaggio con un compagno invisibile...
Tatiana e Mauro

sabato 23 agosto 2014

La "nostra" isola...


Lesbo è davvero l'isola descritta dalle guide turistiche.
Il giardino dell'impero, la chiamavano i turchi fino al 1912, fin quando cioè hanno dominato sulle sue due montagne, poco più alte di 900 metri e ricoperte di foreste di castagni e di querce. Le sue coste lineari, incise dai due pronunciati golfi di Geras e Kalloni, ne fanno l'isola più grande delle Sporadi Orientali e le sue pianure estese e coltivate l'hanno resa la più verde e fertile dell'arcipelago. Folte pinete rivestono i versanti orientali dell'isola, mentre tutta la parte occidentale è brulla e quasi desertica, tanto che si stenta a credere alle descrizioni idilliache fornite dai suoi poeti.
Lesbo ha dato i natali alla prima poetessa della storia della letteratura, Saffo, che sull'isola educava una comunità di ragazze provenienti da tutta la Grecia per 'prepararle' al matrimonio, insegnando loro, tra le altre, le arti più raffinate della poesia, del canto e della danza. "Chi è bello, è bello solo per il tempo che lo si guarda, chi è virtuoso sarà subito anche bello", spiegava alle sue seguaci.
Sono originari di Lesbo anche i filosofi Epicuro, Terpandro e Teofrasto, oltre a Pittaco, uno dei Setti Saggi della Grecia antica, e ad Odysseas Elytis, il poeta greco premio Nobel per la letteratura nel 1979.
Questo e poco altro abbiamo letto sull'isola nel portolano, che oltre ad elencare le varie dominazioni seguite nei secoli (persiane, romane, saracene, bizantine, veneziane, genovesi ed ottomane) non ci ha fornito molte altre informazioni. E quelle poche erano anche un po' datate.
È stato così un viaggio di esplorazione, alla scoperta delle coste dell'isola, dei suoi piccoli porticcioli, delle sue rarissime spiagge di sabbia, dei suoi lunghi filari di tamerici sul mare, dei suoi innumerevoli "campeggi liberi organizzati", delle sue scogliere policrome nella Riserva Naturale della zona occidentale...
Abbiamo avvistato un delfino, un tonno gigantesco ed una tartaruga, purtroppo deceduta. Abbiamo ingaggiato una battaglia infinita con un ragno dagli occhietti fluorescenti. Abbiamo spaventato un serpentello giallo, lungo un metro e grande quanto un dito, sceso ad abbeverarsi ad una risorgiva sul mare. Non abbiamo mai incontrato i tanto annunciati scorpioni ma abbiamo pranzato in compagnia di un piccolo geko e le acciughe sono state le nostre più fedeli compagne di viaggio.
Il villaggio più affollato, Skala Eressos, contava appena una dozzina di taverne affacciate sul mare, qualche casetta bianca arroccata sul promontorio, un paio di stradine pedonali, un centro velico ed uno di sport acquatici, con un solo motoscafo che trainava avanti e indietro nella baia ventosa quei gommoncini gonfiabili dalle forme improbabili su cui ragazzini urlanti si facevano sballottare in acqua ad ogni onda.
Per il resto, l'isola è pressoché deserta, lontana com'è dalle solite rotte turistiche, quei pochi visitatori che vi si avventurano son quasi tutti greci. Una lunga spiaggia di ciottolini scuri è stata tutta per noi anche nel giorno di Ferragosto, dotata del solito spogliatoio e della solita doccia libera.
La cucina, inutile dirlo, è eccellente: taverne e kantine su ogni spiaggia raggiungibile da terra: ombrelloni di foglie di palma o pergolati ricoperti di vite o di reti da pesca come segno distintivo, tanti piatti della cucina tradizionale e prezzi sempre contenuti. L'ouzo prodotto sull'isola è uno dei più rinomati di tutta la Grecia e ha innaffiato quasi tutti i nostri pasti.
L'isola di Lesbo merita una visita: è molto bella, anche se non è spettacolare, è circondata da un mare pulito che colpisce per i suoi colori intensi, è ricca d'acqua dolce e si vedono frequenti infiltrazioni anche lungo riva, coi fondali ricoperti della patina giallognola tipica dei laghi.
Ci siamo goduti una vacanza rilassata e rilassante, pagaiando poco ma bene, mettendo alla prova il nuovo kayak disegnato da Mauro, il Voyager, che già reclama nuovi mari.
Adesso che siamo sulla via del ritorno e che i muscoletti di braccia, spalle e schiena reclamano dell'altro movimento, teniamo in allenamento almeno addominali e facciali, non solo continuando a mangiare greco per spezzare la monotonia della trasferta in traghetto, ma anche giocando al mio gioco preferito: ricordare le tappe del viaggio in kayak, campo dopo campo, mettendo a confronto il ricordo che ci ha lasciato ognuna delle nostre case per una notte... con risultati esilaranti ed inquietanti insieme!

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