SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

L'isola di Lesbo è la terza isola greca e la seconda del Mar Egeo.
E' famosa per avere dato i natali alla poetessa Saffo e per il suo Ouzo, liquore di anice che qui è particolarmente aromatizzato.
Lesbo ha uno sviluppo costiero di 350 Km e, come tutte le isole del Mare Egeo in agosto, è caratterizzata dalla presenza quasi costante del Meltemi, il vento da NNW che mantiene "accettabile" la temperatura della secca estate isolana.
La probabilità del 27% che soffi con forza uguale o superiore a 4 Beaufort, unita alla bellezza dei paesaggi costieri, ne fanno un'ottima meta per un breve viaggio estivo.
Sarà, ancora una volta, un divertente viaggio con un compagno invisibile...
Tatiana e Mauro

mercoledì 6 agosto 2014

Mitilini - Paralia (12 Km)

"Vorremmo fare il giro dell'isola in kayak" - "Bell'idea, ma non troverete dei kayak qui" - "Abbiamo i nostri!" - "Ah, bene! Allora lasciate l'auto laggiù, nell'angolo all'ombra di quella palma, e chiamate se avete bisogno".
Il gestore dell'Aklidi Hotel, alle porte della città, è davvero molto gentile: gli lasciamo in consegna la Mauromobile per le prossime tre settimane, torniamo ai kayak ed iniziamo a pagaiare che sono da poco suonate le cinque del pomeriggio.
Dopo tre chilometri, raggiunto via mare il porto di Mitilini, Mauro esordisce con la sua solita frase: "Abbiamo appena percorso un centesimo del viaggio!"
Una brezza tesa soffia da nord, esattamente contraria alla nostra rotta: c'era da scommetterci! Ma l'Uomo di Ferro è tutto contento: è il suo primo vero viaggio a bordo del Voyager, che anche se stracarico dimostra di avere tutte le caratteristiche desiderate!
Pagaiamo sotto la bocca di porto, sotto la Statua della Libertà isolana e sotto il vecchio kastrum merlato, poi anche sotto le ciminiere fumanti della centrale termoelettrica...
Adocchiamo il Panfilo per passare la notte: sembra piccolo ma accogliente. È invece ancorato in una zona troppo esposta al vento: ripieghiamo così nel porticciolo di Paralia e, seguendo le indicazioni delle signore che si godono il tramonto accoccolate sulle sedie impagliate ed allineate in bell'ordine sulla piccola banchina, saliamo verso il paese che da il nome all'isolotto dirimpetto: Panfila.
Ci gustiamo suvlaki e pita giros serviti sul davanzale del locale perché tutti i tavolini apparecchiati in strada sono occupati: siamo gli unici stranieri ma la signora Nadia prende l'ordinazione in italiano. Quando arrivano i bicchieri ghiacciati per la birra e l'ouzo capiamo di essere capitati nel posto giusto!
Montiamo la tenda davanti alla taverna ormai dismessa del porticciolo e cullati dallo sciaborio delle onde tra i piccoli gozzi colorati dormiamo finalmente lunghi sonni tranquilli...

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